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PEDIGREE

Il termine Pedigree deriva dal francese “Pied de Grue”, letteralmente “zampa di gru", in riferimento alla tradizione secondo cui i discendenti, nei manoscritti, venivano identificati con biforcazioni di linee rette simili, appunto, alle orme di gru. A tutti gli effetti è la carta d’identità che ogni gatto di razza deve possedere e racchiude la sua storia, ovvero la sua linea di sangue o genealogia, e ne attesta l'iscrizione ai Libri Origini. È quindi un documento ufficiale imprescindibile. 

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Sul Pedigree, oltre alla genealogia, sono presenti i dati che identificano il gatto quali: numero di iscrizione al Libro Origini (LO), nome, allevamento, razza, colore, numero di microchip, data di nascita, dati anagrafici dell’allevatore e del proprietario e inoltre gli eventuali titoli di bellezza che lui e i suoi ascendenti hanno vinto nelle competizioni. Possono inoltre essere indicati, a seconda delle direttive delle diverse associazioni, i risultati di test genetici e di analisi mediche specialistiche per le patologie più diffuse nella razza.

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Il D. Lgs. 529/92, in recepimento della direttiva CEE 174/91, è all'origine dell'attuale normativa italiana in materia di allevamento e sancisce chiaramente che il Pedigree è l’unico documento che permette di considerare  di razza un animale; il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo (MiPAAFT) ha stabilito quali siano sul territorio italiano le Associazioni Feline detentrici dei LO e abilitate quindi al suo rilascio. Vendere gatti qualificandoli come “appartenenti ad una razza” senza che possiedano il Pedigree o con Pedigree non riconosciuto dal MiPAAFT è, per la legge italiana, equiparabile a truffa. La legge dice infatti chiaramente che “è consentita la commercializzazione di animali di razza di  origine nazionale e comunitaria, esclusivamente

con riferimento ai soggetti iscritti ai libri genealogici  o registri anagrafici, di cui il precedente art.1, comma1, lettere a) e b) che risultino accompagnati da apposita certificazione genealogica, rilasciata dall’associazione degli allevatori che detiene il relativo libro genealogico o il registro anagrafico”.

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Un po' di storia: la regolamentazione dell'allevamento in Italia

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Fino ad una decina di anni fa l'allevamento felino in Italia non aveva norme specifiche a regolarlo. A dettare le norme erano le Federazioni sovranazionali tramite le Associazioni locali sovente organizzate ancor più capillarmente con suddivisioni in sezioni o club. A livello mondiale gli organismi sovranazionali operanti in ambito di allevamento felino sono principalmente WCF (World Cat Federation), TICA (The International Cat Association), CFA (Cat Fanciers' Association) e FIFe (Fédération Internationale Féline), ognuno dei quali con proprie peculiarità, propri standard, propri  regolamenti. In passato i gatti venivano trasferiti da un'associazione all'altra senza difficoltà alcuna, anche in virtù dell'adesione delle Federazioni al WCC (World Cat Congress) la cui funzione è sempre stata quella di uniformare a livello mondiale l'allevamento del gatto, con particolare attenzione a salute e benessere. Anche in Italia l'allevatore amatoriale aveva la piena libertà di scegliere a quale Organismo associarsi.

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Dal 2008, il MiPAAFT ha invece concesso all’Associazione Nazionale Felina Italiana (ANFI), su istanza della stessa, l'autorizzazione di gestire il Libro Origini del gatto di razza in applicazione del D.Lgs 529/92. Per diversi anni l'ANFI è stata l'unica associazione in Italia a godere della applicazione della citata norma, fino al momento in cui, grazie ad una decisione del TAR, altre associazioni sono state riconosciute scongiurando il rischio dell'instaurarsi di un regime di monopolio e dell'impedimento dell'esercizio di libertà associativa proprio di ciascun cittadino italiano, come sancito dalla Costituzione.

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Quattro sono al momento le associazioni riconosciute dal MIPAAFT: ANFI (Associazione Nazionale Felina Italiana), AFEF (Associazioni Feline Federate),  ENFI (Ente Nazionale Felinotecnica Italiana), e AGI (Associazione Gatti d’Italia). Queste associazioni gestiscono il proprio Libro Origini e stabiliscono autonomamente le modalità di trascrizione dei gatti nati in Italia provenienti dalle associazioni non riconosciute (quali FIAF, SERENISSIMA, AFI etc.), che stanno continuando ad operare nonostante il Pedigree da loro emesso non sia riconosciuto dal MIPAAFT. Nessuna condizione è invece posta ai gatti provenienti dall'estero.

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Nel 2016 l'Unione Europea, con il regolamento 1012/2016 cui tutti gli stati membri hanno dovuto adeguarsi entro novembre 2018, ha abrogato la direttiva CEE 174/91 e il nuovo regolamento elenca puntualmente le specie cui fa riferimento: tra queste non è presente il gatto. Ad oggi, sebbene come detto l'Unione Europea non abbia alcuna norma riguardante l'allevamento degli animali d'affezione, il MIPAAFT continua ad applicare il D. Lgs. 529/92 alla sola specie felina, mantenendo in essere i decreti autorizzativi.

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Ma quindi quanto costa il Pedigree e quanto incide sul prezzo di un cucciolo?

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Erroneamente si crede che il Pedigree incida fortemente sul costo di un cucciolo. In realtà il suo prezzo ammonta a poco più di qualche decina di euro: è la sua emissione a essere significativa. Un cucciolo con il Pedigree è un cucciolo per cui l'allevatore ha sporto denuncia di nascita e ne ha richiesto la registrazione al Libro Origini della propria associazione. Ma cosa ancora più importante è un allevatore che ha rispettato i regolamenti della propria associazione a tutela del benessere dei suoi gatti, in termini di numero di cucciolate per fattrice all'anno e test medici necessari, per poterlo richiedere.

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Alla luce di queste considerazioni si deve diffidare quindi da chi, per consegnare il Pedigree insieme al cucciolo, ne aumenta considerevolmente il prezzo. Se non si ha il desiderio di avere per compagno proprio un Maine Coon, la risposta migliore è quella di rivolgersi al meraviglioso mondo del gatto meticcio. Un micino non di razza può dare tutto l'amore di un Maine Coon, ma senza trucco e senza inganno.

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Tutti i gatti hanno la stessa dignità e lo stesso valore affettivo: se però si vuole la razza questa dev’essere certificata, per l'acquirente e soprattutto per il micino. In caso contrario ci sono tanti dolcissimi gatti fantasia che attendono nei rifugi.

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