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lo sviluppo

COMPORTAMENTALE

L'accrescimento corporeo e l'acquisizione dei comportamenti del gattino sono strettamente legati allo sviluppo del sistema nervoso e alle stimolazioni ambientali, così come la maturazione del sistema nervoso centrale si accompagna allo sviluppo delle competenze motorie e sensoriali. L’adattamento del comportamento ai cambiamenti dell’ambiente esterno viene  definito plasticità  comportamentale  e la neotenia,  ovvero la persistenza nell'

adulto di caratteri comportamentali e morfologici infantili, sembra essere uno dei più importanti elementi che la condizionano. 

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Lo sviluppo comportamentale del gattino inizia a livello endouterino, nel periodo prenatale: intorno al 21° giorno di gestazione, l'embrione è già in grado di percepire le emozioni della madre. A questo periodo seguono poi quello neonatale, quello di transizione e quello di socializzazione e ogni tappa permette all'individuo di acquisire e integrare quanto definirà poi il suo repertorio comportamentale.

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Per completare l'accrescimento corporeo e la maturazione psichica il processo di attaccamento madre-gattino è fondamentale: il legame è condizionato sia dai feromoni di adozione, disciolti nel liquido amniotico, che inducono la madre ad attuare le cure parentali sia in seguito dalla secrezione di feromoni di appagamento, prodotti dalle ghiandole della regione del solco intermammario, che permette un corretto sviluppo sensoriale e motorio del piccolo. Il legame di attaccamento, in cui sono probabilmente coinvolti anche altri ormoni quali ossitocina, prolattina e ormone della crescita, se perturbato può indurre un'alterazione dello sviluppo comportamentale del piccolo.

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Il periodo prenatale

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Durante il periodo prenatale, l'embrione possiede già alcune competenze sensoriali: la sensibilità tattile è presente dal 21° giorno di gravidanza e sono anche presenti competenze gustative, a partire dal 40° giorno di vita quando compaiono le prime papille gustative, e, in parte, olfattive. Per quanto riguarda l’udito invece, dal momento che i gattini nascono sordi, la trasmissione diretta dei suoni attraverso l'utero sembra non essere presente. L'embrione, i cui primi movimenti del tronco appaiono intorno al 28° giorno di gravidanza e i movimenti di testa e arti intorno al 45° giorno, è inoltre in grado di reagire anche alle manipolazioni a carico dell’utero materno. Osservazioni ecografiche hanno infatti permesso di evidenziare movimenti di ripiegamento su di sé dell’embrione, che tendono ad attenuarsi sino a sparire in seguito a palpazioni ripetute. Per migliorare la tolleranza al contatto dei gattini è quindi consigliabile accarezzare e massaggiare il ventre della mamma, in particolar modo nell'ultimo terzo della gravidanza.

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Durante il periodo prenatale l'embrione è inoltre in contatto con le stimolazioni ambientali che vengono avvertite dalla madre e percepisce anche le sue stesse emozioni: la sensibilità tattile, ad esempio, gli permette di percepire le contrazioni uterine e dell'apparato gastroenterico che compaiono come conseguenza di situazioni stressanti. Parallelamente a quanto avviene nei ratti, dove madri stressate partoriscono una prole maggiormente emotiva e meno abile nei test di valutazione cognitiva, molto probabilmente anche nel gatto lo stress prenatale può avere conseguenze sull'emotività dei piccoli. È dunque necessario evitare alla mamma situazioni stressanti, quali il trasferimento presso l'allevatore o l'isolamento in una stanza in vista del parto.

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Il periodo neonatale

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Il periodo neonatale si estende dalla nascita all'apertura degli occhi, che avviene normalmente intorno al sesto-decimo giorno di vita. Le competenze sensoriali presenti in questo periodo sono diverse: il gattino ha sensibilità tattile, olfattiva, visiva, nonostante le palpebre siano chiuse reagisce infatti con movimenti del muso a illuminazione intensa, e uditiva, infatti in risposta a un rumore improvviso come il battito delle mani, a una decina di cm dal capo, sussulta. Il sonno, durante il quale viene prodotta la quantità maggiore di ormone della crescita, occupa circa il 90% della giornata del piccolo, con preponderanza delle fasi di sonno paradosso.

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Ogni gattino presenta una preferenza per una specifica mammella e riesce a trovare la linea mammaria grazie al riflesso di termotattismo positivo e al riflesso di intrusione: quando il muso tocca la madre o un fratello il movimento di ricerca di calore e di latte prosegue in quella direzione. In questo periodo sensibile sono presenti altri riflessi primari: quello labiale, che permette la suzione, e quello perineale, che in risposta al leccamento della madre provoca l'emissione di urina e di feci. Il gattino si sposta grazie alla reptazione e compie spostamenti di gran lunga superiori a quelli di un cucciolo di cane della stessa età: già al quarto giorno di vita riesce a percorrere fino a 50 cm per rientrare nel nido.

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Nel periodo neonatale nasce il legame di attaccamento madre-gattino che permette la messa in atto delle cure parentali. La separazione dai piccoli comporta un profondo disagio per la madre, caratterizzato da vocalizzi e ricerca dei gattini, ma il legame in questo periodo non è reciproco: per i gattini la madre è fonte di calore e cibo, ma non necessitano specificamente di quella madre. La reciprocità del legame compare più tardi, nel periodo di transizione. In un gruppo, spesso le madri allevano i piccoli insieme: le giovani femmine possono così apprendere dalle femmine pluripare, perfezionando l’istinto materno.

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A volte, soprattutto in relazione alla presenza di un pericolo, la madre sposta i gattini, sollevandoli dalla collottola. I piccoli rilassano completamente la muscolatura, a eccezione del dorso, portano la coda tra le gambe e socchiudono gli occhi: ogni comportamento viene inibito. Questo riflesso, detto di portage, viene usato dal medico veterinario durante la prima visita post-adozione per valutare la tolleranza alla manipolazione del gattino. Per migliorarla, è necessario manipolare e accarezzare dolcemente i gattini, rispettando il ciclo sonno-veglia, in particolar modo se la cucciolata è composta da un ridotto numero di piccoli, se la madre è stressata o se è deceduta.

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Il periodo di transizione

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Il periodo di transizione si estende dall'apertura degli occhi alla comparsa del riflesso di orientamento uditivo, presente dal 16° giorno di vita e che permette la localizzazione delle fonti sonore, e visivo, che compare tra il 15° e il 21° giorno di vita e consente di identificare la traiettoria di un oggetto in movimento.

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È un periodo molto breve, quasi virtuale, caratterizzato dalla maturazione delle competenze sensoriali e motorie: scompaiono i riflessi primari e lo sviluppo della corteccia si completa. Il ritmo sonno-veglia si modifica: il sonno occupa solamente più il 65-70% per cento della giornata e il gattino inizia a esplorare il mondo che lo circonda assumendo la postura quadrupedale. Le capacità motorie termineranno il processo di maturazione intorno alla settima settimana di vita e si perfezioneranno in seguito.

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Il legame di attaccamento diventa reciproco: il gattino identifica quella forma e quell'odore come la propria madre, e questa rappresenta un polo rassicurante. I feromoni di appagamento, prodotti nel solco intermammario, contribuiscono a stabilizzare le emozioni del piccolo. Ad esempio, in seguito all’incontro di uno stimolo sconosciuto, l'avvicinamento alla mamma appaga il piccolo e rilancia il comportamento esploratorio. Qualsiasi separazione dalla madre causa sconforto, con vocalizzi e ricerca di quest’ultima. Se un gattino dovesse essere ospedalizzato, per evitare di rompere precocemente il legame di attaccamento, sarebbe necessario ricoverare anche la madre e tutta la cucciolata.

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Il processo di attaccamento è fondamentale per una corretta impregnazione, ovvero permette di identificare un conspecifico quale partner sociale e sessuale. I piccoli allevati artificialmente, che convivono con gli esseri umani senza interazione con altri gatti se non dopo il terzo-quarto mese, possono impregnarsi alla specie umana e scegliere come unico partner sessuale l’uomo.

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Il periodo di socializzazione

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Periodo di socializzazione: dalla seconda settimana di vita al distacco dalla madre Il periodo di socializzazione inizia intorno alla seconda settimana di vita e si conclude con il distacco dalla madre, tra la settima e la nona settimana. È caratterizzato dalla socializzazione primaria, dall'acquisizione degli autocontrolli e dalla creazione di un livello di omeostasi sensoriale di riferimento tarato in base agli stimoli ambientali presenti.

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Con la socializzazione il gattino acquisisce e attua i sistemi di comunicazione con i conspecifici e/o le altre specie: in questo modo gli esseri umani, i cani e gli altri animali con cui viene a contatto saranno conosciuti e considerati come non pericolosi. Inoltre, il comportamento di aggressione predatoria nei confronti delle specie amiche non sarà messo in atto: o meglio non sarà messo in atto verso l’individuo conosciuto o verso altri con caratteristiche morfologiche molto simili. È importare notare che la socializzazione con l’uomo non si esaurisce con la semplice somministrazione di cibo, ma avviene attraverso l'interazione tattile e vocale, in un contesto positivo. Il gattino dovrà inoltre essere manipolato da uomini, donne e bambini, poiché non ragiona per universali, e in presenza della madre solo se quest'ultima è correttamente socializzata alla specie umana, onde evitare che associ le reazioni di evitamento e di fuga all’uomo. La paura di ciò che è sconosciuto, essere umano compreso, compare intorno alla sesta settimana, quindi la socializzazione deve avvenire prima.

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Il processo di apprendimento raggiunge l'apice dalla seconda alla settima settimana di vita e decresce rapidamente fino alla decima-undicesima settimana. Al di là della dodicesima-quattordicesima settimana, la socializzazione interspecifica appare pressoché irrealizzabile, anche se è possibile che la personalità del proprietario sia in grado di influire sul carattere del gattino.

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Affinché un gattino sia socializzato correttamente ai conspecifici, e possa quindi sviluppare una corretta gestione della comunicazione uditiva (vocalizzi), visiva (posture) e olfattiva (secrezioni feromonali), è importante che stia a contatto con altri gatti almeno fino alla quinta-settima settimana di vita. Sembra che questa socializzazione venga raggiunta con maggior facilità quando il gattino proviene da una cucciolata di almeno 4 piccoli e rimane con i fratelli e con altri gatti adulti fino all'età di 12 settimane.

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Il distacco

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La rottura del legame di attaccamento primario inizia subito dopo lo svezzamento e termina tra la settima e la nona settimana di vita. In natura, intorno alla quarta settimana, la madre inizia a portare prede vive nel nido e i piccoli sono in grado di cacciare già alla settima settimana. La madre si allontana poi sempre più frequentemente dal nido e si rifugia in luoghi non accessibili ai piccoli, diventa via via meno tollerante verso i gattini e si sottrae in occasione della poppata.

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A seconda delle condizioni ambientali, è possibile evidenziare un distacco precoce e uno tardivo: una cucciolata numerosa, l'arrivo di un nuovo calore, la scarsità delle risorse alimentari e l'ambiente rurale favoriscono il distacco intorno alla quarta-quinta settimana; una cucciolata poco numerosa, le abbondanti risorse alimentari, una madre pluripara e l'ambiente urbano, condizioni spesso frequenti negli allevamenti, favoriscono il distacco intorno alla dodicesima-quindicesima settimana. In seguito all'allontanamento dalla figura materna, il gattino diventa autonomo e sarà l'organizzazione del territorio a costituirne la fonte di appagamento.

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