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i gatti

IPOALLERGENICI

Non è raro che navigando in Internet, alla ricerca di una soluzione per avere accanto un micio a ogni costo, chi è allergico ai gatti si imbatta in articoli con elenchi di razze feline considerate ipoallergeniche. In cima alle liste il gatto Siberiano, che di questa caratteristica ha fatto il suo vessillo; a seguire l’Abissino, il Bengal, i gatti a pelo riccio (Devon, Cornish e Selkirk rex), il Blu di Russia, lo Sphynx, il Norvegese delle Foreste, il Siamese e, infine, anche il Maine Coon. Partendo dalla definizione di allergia vediamo di fare chiarezza.

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Dal Dizionario Treccani: “allergìa: termine con cui si designa, in medicina, qualunque modificazione acquisita da un organismo animale nel modo di reagire a un’infezione, oppure alla presenza nel suo intimo di qualsiasi sostanza eterogenea, con cui in precedenza l’organismo stesso abbia avuto contatto; con sign. più ampio, il termine è stato esteso a indicare non solo una esagerata reattività dell’organismo verso particolari sostanze (dette allergeni) ma anche altre manifestazioni dovute all’ipersensibilità dell’organismo a uno stimolo di varia natura (fisico, chimico, nervoso) nelle quali, in assenza di una reazione anticorpale, intervengono particolari sostanze chimiche in funzione di mediatori.”

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Dal momento che producono svariate proteine anche i gatti possono essere causa di allergia. Concentrate in particolare in saliva, lacrime e ghiandole sebacee, con la autotoelettatura quotidiana queste proteine vengono diffuse sul pelo, e di conseguenza disperse nell’ambiente. Tra queste le principali responsabili delle allergie sono la Fel d1 e la Fel d4. La Fel d1, per via della elevata concentrazione salivare, è la primaria causa delle reazioni allergiche: nei soggetti sensibili provoca un aumento di IgE immunoglobulina, con funzione normalmente difensiva, e innesca la liberazione di istamina, mediatore chimico in svariate reazioni allergiche.

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Essendo la produzione di Fel d1 propria di tutti i felini, compresi quelli selvatici, non esiste alcuna razza anallergica. 

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E ipoallergenica? Sempre dal Dizionario Treccani la definizione del termine è la seguente: “che comporta un minimo rischio di manifestazioni allergiche”. Un gatto ipoallergenico dovrebbe quindi avere un basso livello di concentrazione di Fel d1 nella saliva e, conseguentemente, sul pelo.

Le domande a questo punto sono molteplici: quali razze producono meno Fel d1? Esistono tabelle comparative? Il sesso e l’attività ormonale influenzano la produzione di Fel d1? Vediamo quali sono gli studi scientifici e le ricerche private a cui è possibile a oggi avere accesso.

 

1999: quattro gatti, in senso letterale, originano una leggenda

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Risale al 1999, e ancora oggi è il più citato, il primo studio sui livelli di produzione di proteina Fel d1. Un privato, amante dei gatti, inviò 4 campioni prelevati dai suoi mici ai laboratori della INDOOR Biotechnologies per avere una analisi degli allergeni ottenendo i seguenti risultati:

  • campione 1, maschio neutro non di razza: 62.813 µg/g*,

  • campione 2, maschio neutro siberiano: 2001 µg/g;

  • campione 3, femmina neutra abissina: 385 µg/g;

  • campione 4, femmina neutra siberiana: 206 µg/g.

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 *questo risultato, eccezionalmente alto, venne in seguito considerato anomalo dallo stesso laboratorio che tuttavia non poté ripetere il test.

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La pubblicazione suscitò molto interesse, in particolare negli allevatori di Siberiani che la usarono per promuovere la razza. Fu la stessa INDOOR Biotechnologies a pubblicarne però differenti revisioni, l'ultima datata 2009.

Il laboratorio chiarì che a partire dai campioni analizzati, di cui non era responsabile né della raccolta né della convalida dei dati, non condusse ricerche successive e che conseguentemente non espresse raccomandazioni circa l’acquisto di animali domestici. Sottolineò poi che i risultati ottenuti non fornivano concrete basi scientifiche per trarre conclusioni circa l'ipoallergenicità dei Siberiani, anzi che i livelli di allergeni trovati nei campioni di questi gatti (2001 e 206 μg/g) erano molto alti, a indice che producessero quantità significative di proteina Fel d1. I 4 campioni, smaltiti nel 2000, non resero possibili ulteriori approfondimenti. [1]

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Ancora nel 2013, la INDOOR Biotechnlogies, a seguito di una sospetta truffa sul commercio di razze geneticamente modificate per essere ipoallergeniche (Allerca Lifestyle Pets), sottolineò l’inesistenza di pubblicazioni su gatti (o cani) su di mutazioni di questo tipo. A proposito dei gatti, aggiunse come il livello di Fel d1 variasse notevolmente anche all’interno della stessa razza nonostante alcuni allevatori, la maggior parte dei quali di Siberiani, avessero tentato di operare una selezione attiva dei riproduttori con l’obiettivo di abbattere la produzione di allergeni [2]. Sforzo certamente da lodare, sebbene non sfociato in studi sottoposti a peer-review con anche altre razze a confronto [3].

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2005: nasce un gruppo di ricerca e selezione di gatti Siberiani

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Il Siberian Research si prefisse l’obiettivo di aiutare gli allevatori a migliorare la salute e la selezione del gatto Siberiano. Il progetto, avviato dai titolari dell’allevamento Lundberg Siberians, diede l’avvio a protocolli standardizzati di raccolta dei campioni da inviare ai laboratori, ancora una volta, della INDOOR Biotechnologies. 

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Tra il 2005 e il 2010 questo e le ricerche condotte portarono a una serie di chiarimenti sugli errori compiuti in precedenza: il sito stesso di Siberian Research cerca di fare chiarezza.

Tutti i siberiani sono ipoallergenici: i dati raccolti, corrispondenti a oltre 300 campioni di saliva e pelo, hanno evidenziato come metà dei gatti testati avessero livelli di allergeni significativamente inferiori rispetto ai normali gatti di strada; al contempo come alcuni li avessero eccezionalmente bassi, ma come altri li avessero molto alti, rendendosi responsabili di importanti reazioni allergiche;

I Siberiani producono un tipo diverso di Fel d1: l'allergene felino Fel d1 dei Siberiani testati è risultato strutturalmente e chimicamente identico a quello trovato negli altri gatti;

I gatti maschi producono più allergeni delle femmine: i test sugli stalloni di dieci allevamenti hanno confutato questa affermazione, dato che i gatti a bassa produzione di Fel d1 sono risultati in numero sovrapponibile alle femmine. Per quanto riguarda invece i maschi con produzione normale, al paragone con le femmine, i livelli sono risultati più alti, sebbene con la sterilizzazione andassero poi a scendere;

I test sui campioni di pelo sono molto accurati: sicuramente di più facile esecuzione, il test su pelo può però dare risultati molto imprecisi, dal momento che i livelli di allergeni sono influenzati da periodo e attività ormonale: nelle femmine per esempio risultano più alti durante gravidanza e allattamento e nei maschi nel periodo primavera/estate;

I test su saliva sono sempre accurati: i test su saliva sono accurati nel 70-80% dei casi, come dimostrato dalla ripetizione delle analisi. Tra questi i metodi più datati, che prevedevano l’induzione della salivazione, hanno prodotto gli errori più gravi, con una variazione dei risultati del 300%;

I cuccioli di genitori a bassa produzione di allergeni ne producono un livello eccezionalmente basso: lo studio e il monitoraggio dei gattini, dall’accoppiamento in avanti, hanno dimostrato che non corrisponde a verità. circa la metà dei gattini nati da questi accoppiamenti aveva sì livelli inferiori al normale, ma non eccezionalmente bassi, mentre gli altri li avevano normali. I cuccioli di genitori con produzione normale tendevano invece ad avere anch’essi livelli normali.

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Nelle pagine dei loro siti, molti allevatori aderenti al programma precisano inoltre che è bene tenere presente che un gatto con bassi livelli di Fel d1 può comunque scatenare reazioni allergiche: nessuno può garantire un gatto come anallergico, troppi sono i fattori che influenzano la produzione della proteina. In più non esistono test per accertare che un soggetto allergico tollererà un Siberiano e nemmeno esiste una prova che possa identificare la Fel d1 come causa della reazione allergica. L’unica prova possibile per conoscere il proprio sistema immunitario è quella empirica, ossia trascorrere del tempo in compagnia di un Siberiano adulto. Se si volesse comunque approfondire la questione dal punto di vista analitico dal sito Kitten Testing è possibile richiedere il test messo a punto dai coniugi Lundberg.

 

A partire dai dati raccolti, non confluiti però in alcuna pubblicazione scientifica, e nonostante non sia possibile esprimersi circa la produzione di Fel d1 senza l’esecuzione dei test è stata formalizzata la seguente scala di valutazione che classifica i gatti in Normal (3.5–16 μg/g), Medium Low (2.5–3.5 μg/g), Low (1.75–2.5 μg/g), Very Low (1.0–1.75 μg/g) ed Extremely Low (0.5- 1.0 μg/g). 

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Attualmente pochi sono gli allevatori aderenti al progetto Siberian Research, tutti localizzati tra Stati Uniti e Canada: Angara Siberians, Lundberg Siberians, Rozhenitsa Siberians, Sullivan Siberians, SiberLove Siberians, Blue Eyes Siberians, Martin Siberians e Sibericat Siberians. 

Nel 2014 uno di questi allevamenti ha dichiarato: “Tom Lundberg di Lundberg Siberians e Siberian Research ha testato oltre 400 gatti e gattini Siberiani. La metà aveva livelli ridotti di Fel d1 e solo il 15% aveva livelli molto bassi.[4]

Per quanto riguarda le altre razze al momento non esiste nessun dato, nessuno studio, nessun articolo, nessun programma di test strutturati. Dando credito alle cifre fornite dagli allevatori aderenti a Siberian Research se ne capisce la ragione: per una cucciolata di 3 gattini i costi si aggirano intorno ai 1050$, tra kit di prova, licenze e laboratorio analisi [5]. Di conseguenza un cucciolo ipoallergenico, accuratamente selezionato, può arrivare a cifre considerevoli: fino a 4000$ per un Very Low e 5200$ per un Extremely Low [6].
 

2014: esistono i gatti ipoallergenici?

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A seguito del simposio internazionale di allergologia molecolare (Vienna, dicembre 2013), venne pubblicato un articolo dal titolo: “Esistono gatti ipoallergenici? Determinazione della produzione del principale allergene del gatto Fel d1 nei gatti normali e nelle razze di ipoallergeniche”. La popolazione di gatti presi in esame in questo studio si componeva di 6 gatti comuni e 8 gatti ipoallergenici. I campioni, collezionati strofinando del cotone su viso, petto e bocca dei gatti, vennero analizzati con test rapidi di tipo ELISA, per individuare l’allergene Fel d1, e allo stesso tempo venne testata la reazione con il siero prelevato da pazienti allergici,  monitorando la reattività con immunoglobuline IgE.

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I risultati ottenuti sono così riassumibili: 

  • livelli inferiori di Fel d1 furono riscontrati nei gatti ipoallergenici;

  • i campioni prelevati da gatti comuni mostrarono un legame con le immunoglobuline IgE più forte dei campioni prelevati dai gatti ipoallergenici;

  • l’anticorpo monoclonale anti-Fel d1 mostrò un legame più forte con i campioni prelevati dai gatti comuni, mentre in quelli ipoallergenici un legame più debole e in un solo campione uno più forte.

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La conclusione degli autori fu che i gatti ipoallergenici secernessero meno Fel d1 nella saliva e, di conseguenza, ne diffondessero meno nell’ambiente. Le razze di gatti ipoallergenici rappresentavano dunque un'alternativa interessante per i pazienti allergici.

Lo studio però non riportò dati numerici sulle quantità di Fel d1 raccolta con i tamponi e classificò i due gruppi di soggetti come gatti ipoallergenici e gatti comuni, non aggiungendo indicazioni su quali fossero le razze sottoposte ad analisi. E nemmeno esplicitò se i gatti comuni fossero una rappresentanza di diverse razze o semplicemente gatti di casa. Inoltre la base dati fu piuttosto ridotta, per quanto potesse suscitare interesse. [7]

 

2017: individuata la sequenza di due geni codificanti la produzione dell’allergene Fel d1

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Partendo da un campione ridotto di Siberiani, il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino individuò molteplici mutazioni in due geni (Ch1 e Ch2) codificanti la produzione dell’allergene Fel d1. La popolazione della ricerca era rappresentata da 2 gruppi composti da 4 Siberiani (gruppo 1), 3 dei quali testati dai laboratori della INDOOR Biotechnologies con risultati di Fel d1 pari a 2.19, 1.66 e 0.48 µg/g, e 35 non Siberiani (gruppo 2). L’analisi su campioni di sangue fu in seguito realizzata tramite PCR per i gatti del gruppo 1 e 5 del gruppo 2; in entrambi i gruppi un campione risultò inutilizzabile. 

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Il confronto tra gatti del gruppo 2 e campione di riferimento, proveniente dal Centro nazionale per la biotecnologia, individuò 36 mutazioni in Ch1 e 88 in Ch2; il confronto tra gatti del gruppo 1 e campione di riferimento individuò 45 mutazioni in Ch1 e 93 mutazioni in Ch2. 13 mutazioni in Ch1 e 8 mutazioni in Ch2 risultavano quindi proprie unicamente dei gatti del gruppo 1. Tra i gatti del gruppo, 1 un Siberiano presentò una mutazione silente e un altro Siberiano due mutazioni missenso* (una nella stessa regione dell’altro gatto, l'altra in una diversa posizione). In tutti i gatti del gruppo 1 e in alcuni del gruppo 2 venne localizzata una cancellazione di 6 nucleotidi, con conseguente perdita di 2 aminoacidi (serine). Nel gruppo 1, la concentrazione di Fel d1 nella saliva del soggetto con le mutazioni missenso si attestò al di sotto di 0,5 µg/ml, mentre superò gli 1,5 µg / ml nel resto della popolazione. 

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* mutazione che comporta la codifica di un aminoacido differente

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In conclusione, nonostante l'esiguo numero di campioni, nei Siberiani vennero identificate numerose mutazioni, alcune delle quali potrebbero avere un ruolo chiave nella allergenicità della proteina Fel d1, modificandone non solo la struttura, e di conseguenza le proprietà allergeniche, ma anche la concentrazione salivare. Ancora da stabilire la percentuale di Siberiani interessati dalle mutazioni, così come il livello di Fel d1 che producono. Ulteriori analisi dovranno essere condotte per accertare se le mutazioni siano responsabili di una ridotta sintesi di allergeni e quindi possano in un futuro essere utilizzate come marker per la selezione.

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Seppur interessanti le conclusioni e per quanto dettagliato nei metodi, anche in questa ricerca venne presa in analisi una la popolazione molto ristretta, di cui peraltro non venne specificata la razza ad accezione di quella siberiana [8].
 

2020: l’unico dato certo è l’insufficienza dei dati 

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Ancora nel 2020 molti dei siti dedicati al gatto Siberiano fanno affidamento sullo studio del 1999, come possiamo constatare dal portale sulla razza [9]: ricordiamo, uno studio condotto da un privato limitato a 4 soggetti e in seguito invalidato dallo stesso laboratorio di analisi. 

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A oggi non possiamo affermare che esista davvero una razza ipoallergenica. Non esistono tabelle comparative tra razze e i dati raccolti da Siberian Research rimangono inaccessibili. 

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Non possiamo nemmeno affermare che tutti i Siberiani siano ipoallergenici, per via dell’esiguo numero di allevamenti che hanno partecipato allo studio. Conseguentemente i soggetti testati potrebbero non essere rappresentativi, dato che solo un numero ridotto ha mostrato livelli bassi di Fel d1. La stragrande maggioranza degli allevatori di Siberiani, inoltre, non pubblica o non esegue questo tipo di test sui propri riproduttori.

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Per quanto riguarda gatti di altre razze, gli studi scientifici pubblicati non ne fanno menzione. Certamente costituiscono base interessante per ulteriori ricerche, ma prendono sempre solo come campione gatti comuni, di strada, con cui comparano i Siberiani. 

Stilare a oggi elenchi di razze ipoallergeniche significa unicamente riportare racconti, spesso di seconda o terza mano, oltre che esperienze soggettive di basse reazioni allergiche a un dato gatto; esperienze che non è possibile escludere possano verificarsi anche con altri gatti di razza, quali il Maine Coon o il Norvegese delle Foreste o qualsiasi altra razza selezionata. 

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L’unica certezza al momento è l’insufficienza dei dati.


 

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[1] https://inbio.com/images/Position-on-Siberian-cats.pdf  (←)

[2] http://www.kittentesting.com/ ; http://www.siberianresearch.com/  (←)

[3] https://inbio.com/images/Lookout-The-Truth-about-Allerca-Hypoallergenic-Cats.pdf  (←)

[4] http://www.martinsiberians.com/siberianwebsite_007.htm  (←)

[5] http://www.kittentesting.com/test_kits.html  (←)

[6] http://www.sullivansiberians.com/allergies.html  (←)

[7] J. Satorina, K, Szalai, A. Willensdorfer, N. Mothes-Luksch, A. Lukschal, E. Jensen-Jarolim (2014): "Do hypoallergenic cats exist? - Determination of major cat allergen Fel d 1 production in normal and hypoallergenic cat breeds", Clinical and Translational Allergy volume 4, Article number P11  (←)

[8] S. Sartore, E. Landoni, S. Maione, A. Tarducci, A. Borrelli, D. Soglia, R. Rasero, P. Sacchi (2017): "Polymorphism Analysis of Ch1 and Ch2 Genes in the Siberian Cat", Veterinarian Science, 4, 63  (←)

[9] https://siberiancatz.com/; https://siberiancatz.com/siberian-cats-are-hypoallergenic/ (←)

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